martedì 21 dicembre 2010

Mandorle e frutta secca aiutano a prevenire diabete e malattie cardiovascolari

Secondo una ricerca segnalata dal Sole 24 Ore Salute 24, l'inserimento di mandorle e frutta secca nella dieta in una quota pari al 20% circa di calorie complessive aiuta l'organismo a tollerare gli zuccheri, prevenendo il diabete di tipo due. Previene inoltre malattie circolatorie e cardiovascolari.
La frutta secca (mandorle, noci, nocciole, anacardi, arachidi e altro) è una buona fonte di proteine, contiene grassi salutari e ben tollerati dall'organismo. Va inserita con intelligenza nella dieta, tenendo presente che, per l'elevato contenuto di grassi, in genere non inferiore al 30%, è molto calorica.
Una buona regola è limitarsi a non più di quattro-otto semi per pasto o per spuntino, evitando di superare i quindici-venti semi al giorno.

La frutta secca è soggetta a muffe che possono essere cancerogene. È quindi buona norma conservarla in un luogo fresco e asciutto. Se non si consuma in pochi giorni, una volta aperta la confezione, è meglio tenere la frutta secca in frigorifero, chiusa in un barattolo. Lo stesso vale per la frutta secca acquistata sfusa. È bene evitare di mangiare frutta secca contaminata da muffe oppure che sa, anche solo leggermente, di rancido.

mercoledì 1 dicembre 2010

Alcune industrie farmaceutiche si inventano o esagerano le malattie

Attenzione a prendere i consigli della pubblicità farmaceutica, e anche dei medici che parlano dalla tv e dai giornali, sempre con un pizzico di sana diffidenza.

Infatti è evidente che molte industrie farmaceutiche, come in genere tutte le industrie orientate al profitto, sono parti interessate nel promuovere malattie e malesseri per vendere i loro prodotti, come risulta da questa inchiesta del Corriere della Sera e Current TV.

Molti dei presunti malesseri della vita moderna possono essere prevenuti o fortemente attenuati con una dieta moderata e con un'altrettanto moderata attività fisica, dall'ulcera al mal di schiena. Chiedere sempre consiglio al proprio medico di fiducia, e diffidare degli operatori troppo sbrigativi che risolvono tutto solo prescrivendo farmaci ed esami perché potrebbero essere influenzati, talvolta anche senza rendersene conto, dagli interessi delle industrie farmaceutiche più aggressive e meno etiche.