Pochi sanno che nel mondo il consumo di acqua dolce viene così ripartito, all'incirca:
70% Agricoltura e allevamento
20% Industria
10% Usi civili (riscaldamento, pulizie, lavarsi, cucina, bere)
(The Economist)
Osservando questi dati, risulta evidente che usare una lavatrice a risparmio d'acqua oppure usare la lavastoviglie invece di lavare i piatti a mano, oppure chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti è certamente utile ma ha poco impatto in termini di risparmio. Anche se, lavandosi i denti con un solo bicchiere d'acqua riducessimo del 30% il consumo civile, si tratterebbe di un 3% del totale. E in realtà per risparmiare il 30% nei consumi civili occorrerebbe ripensare quasi tutto quello che riguarda l'acqua in città: riscaldamento, condizionamento, pulizie, eccetera. Per quel che riguarda gli usi civili il risparmio d'acqua può essere quindi una ricaduta di un risparmio energetico più generale, ma come obiettivo primario è irrilevante.
Un essere umano beve circa due litri d'acqua al giorno. Però, come risulta qui, ne consuma oltre 3.000 al giorno se si tiene conto del cibo, di come viene prodotto e di come viene trasportato, trasformato e conservato.
E, di quello che mangiamo, la carne e i suoi derivati sono gli alimenti che richiedono più acqua: per un chilo di proteine derivate dalla carne occorre, grosso modo, dieci volte l'acqua e l'energia necessaria per produrre l'equivalente in proteine vegetali. Per esempio, occorrono da 1.000 a 3.000 litri d'acqua per produrre un chilo di riso, mentre ne occorrono da 10 a 15.000 per produrre un chilo di carne di manzo.
In pratica, scegliere di diventare vegetariani oppure, più semplicemente e meno impegnativamente, ridurre i consumi di carne, salumi, latticini e derivati, consente di risparmiare molta più acqua che lavare i piatti con la lavastoviglie più ecologica del mondo.
Si parla di centinaia di litri risparmiati per ogni bistecca in meno.
sabato 19 dicembre 2009
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